Caterina

31 agosto 2020, ore 21:30 – Fortezza Vecchia, Livorno

Regia di Francesco Corsi.
Con Giovanni Bartolomei, Giovanna Marini, Jamie Marie Lazzara, Andrea Fantacci, Alberto Balia.
Documentario, – Italia, 2019, 79 minuti.

Un panorama verde di campagna: in campo lunghissimo, un gruppo di musicisti canta e suona nel piccolo cimitero fiorentino di Arcetri. È un rituale laico tra amici: sono i compagni di strada di Caterina Bueno. Nata a Fiesole nel 1943 e morta a Firenze nel 2007, padre pittore spagnolo, madre scrittrice svizzera, la Bueno è la Caterina a cui Francesco De Gregori, chiamato nel ’71 da lei per il suo primo tour come chitarrista, dedicherà in “Titanic” (1982) la canzone omonima (“Poi arrivò il mattino / E col mattino un angelo / E quell’angelo eri tu / Con due spalle da uccellino / in un vestito troppo piccolo / E con gli occhi ancora blu”).

Ma già nel 1967 la RAI aveva ritratto Caterina Bueno nel documentario Caterina raccattacanzoni: i registi Francesco Bolzoni e Luciano Michetti Ricci lì ripercorsero la ricerca antropologica che lei aveva già compiuto nelle campagne toscane tra Amiata, Mugello e Casentino. Armata di un registratore, Bueno andava nelle case a raccogliere con paziente curiosità i canti dei contadini. Una miniera di temi non solo amorosi ma anche politici, tra povertà, immigrazione, lotta di classe: nello scrigno dei suoi rinvenimenti anche un motivo che farà da base a “Ho visto un re” di Dario Fo, con cui collaborò per lo spettacolo “Ci ragiono e canto” (1966), nato dalle ricognizioni nel folk dell’Istituto Ernesto De Martino. “Maremma amara” (poi ripreso da Amalia Rodrigues, Nada, Gianna Nannini), qui adeguatamente posto a conclusione del racconto, è stato tra i brani più noti del suo repertorio.

Il ritrovamento di quel documentario che si credeva perso e la digitalizzazione di alcuni nastri danno il via a Caterina, che Francesco Corsi (Memorias, 2015) ha realizzato tramite un crowdfunding ma soprattutto grazie alla disponibilità dei colleghi di palco della Bueno, figura carismatica, teatrale, volitiva, un impasto di voce e presenza scenica tra Laura Betti, Edith Piaf e Gabriella Ferri.

Tanti i colleghi intervistati: Giovanni Bartolomei, cantante e poeta, geloso custode dei suoi vinili, nastri magnetici e foto; Giovanna Marini, cantautrice e parte del Nuovo Canzoniere Italiano, a sua volta raccoglitrice di brani del folklore (e tuttora insegnante di estetica del canto contadino alla scuola popolare di musica di Testaccio a Roma); Jamie Marie Lazzara, liutaia statunitense naturalizzata italiana; Andrea Fantacci, parte del gruppo dei Disertori; il chitarrista Alberto Baila, che prosegue il percorso musicale in Senegal; e Valentino Santagati, cantante e chitarrista folk calabrese che ha per Caterina – e per il genere di cui, alla maniera di Alan Lomax negli Stati Uniti, si è fatta traduttrice – parole di ammirazione e dolcezza non comuni.