Storie Pazzesche

Nell’ambito del festival LatinoAmericano “TraSudAmerica” il Circolo del Cinema Kinoglaz presenta:

Storie pazzesche
Un film di Damián Szifron. Con Ricardo Darín, Oscar Martínez, Leonardo Sbaraglia, Erica Rivas, Rita Cortese. Commedia, durata 122 min. – Argentina, Spagna 2014.

Un ingegnere specializzato in demolizioni; la cameriera e la cuoca di una tavola calda frequentata da camionisti; un uomo che si trova a vivere una storia enigmatica a bordo di un aereo; una sposa sconvolta, in un matrimonio che sfiora il dramma; un miliardario che conduce trattative clandestine per evitare una tragedia familiare; un uomo che all’improvviso si ritrova intrappolato in un insolito thriller stradale. Tutti loro si scopriranno vulnerabili di fronte a una realtà che improvvisamente può cambiare e diventare imprevedibile, trovandosi ad attraversare la sottile linea che divide la civiltà dalla barbarie. Una storia di inganni amorosi, ritorni dal passato, tragedie e violenze quotidiane, che spingeranno tutti loro a perdere il controllo…

CRITICA
“Cosa succede quando i freni inibitori si allentano e Freud si dà per vinto? Sono ‘Storie pazzesche’ prodotte da Almodóvar e dirette dall’argentino Damián Szifrón che sceglie sei fattacci di disagio psico sociale dall’humour freddo al trucido tarantiniano, per coprire l’arco costituzionale del «piacere» liberatorio di perdere il controllo. Racconti neri dove il grottesco regna sovrano e ci restituisce tutti alla vendetta barbara nascosta dalla glassa delle sovrastrutture e dal buonismo. Episodi che condividono, oltre a stress e depressione, un mezzo di locomozione, cioè l’auto, fonte primaria di patologie urbane (…). Il film parte con l’irresistibile epifania di un gruppo di passeggeri in aereo, prosegue con una vendetta gastronomica all’orientale e finisce nella festa di nozze con torta di panna e sangue. È il trionfo dell’inverosimile credibile con l’affiatamento di attori espertissimi in urla, isteria e affini: riconosciamo il grande Ricardo Darín, ma sono tutti perfetti, di scuola almodovariana ma zero sesso. La bravura del regista sta nel mixare il curioso, il tragico e il divertente per eccesso-difetto: tutto ciò che è reale è irrazionale, altro che Hegel. Così, sotto l’albero, queste sei candeline di vendetta (anche se prive di vero cinismo) risplendono con un loro inedito, originale sarcasmo, spacchettando il vendicativo inconscio dalla carta argentata.”
(Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 11 dicembre 2014)

NOTE
– IN CONCORSO AL 67. FESTIVAL DI CANNES (2014).
– CANDIDATO ALL’OSCAR 2015 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
– CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2015 COME MIGLIOR FILM DELL’UNIONE EUROPEA.